Racconto di: Anonimo

Tipo racconto: In parte vero

Non mi sarei mai aspettata una cosa del genere, di solito sono più timida, ma ogni volta che sono con lui divento un’altra persona. Ad esempio l’altro giorno eravamo in macchina, e quando ha appoggiato la mano sulla mia coscia, un brivido fortissimo è salito lungo la schiena. Piano piano mi ritrovo nuda appoggiata col petto sugli schienali dei sedili posteriori, legata con le cinture di sicurezza ai poggia testa e il sedere in bella mostra. La stoffa ruvida mi dava un po di fastidio alle ginocchia, attendendo il suono della sua voce e il tocco delle sue grandi mani. Mi aveva dato due scelte, mano o cintura, e sinceramente volevo sentire ancora il tocco del suo palmo sul mio fondo schiena. Accarezzava piano la natica e mi agitavo dall’impazienza. “Sbrigati” le parole erano uscite piano, sottili, quasi come se le avessi pensate anziché dette. Distacca la mano per poi sbattermela forte.

Un mugolio di piacere si sente in tutta l’auto mentre il pizzico dell’impatto mi circondava il corpo, il desiderio di averne ancora mi fa muovere le gambe e in automatico inarco la schiena mettendo il sedere più in fuori. Lui ritira ancora una volta la mano per sbattermela ancora più forte colpendo tra le natiche e le cosce, afferrandomi la carne come un pizzicotto. “Ancora?” aveva domandato usando il tono da Master. Non risposi, perché non so come fa, ogni volta riesce a capire le mie risposte da come reagisce il mio corpo. Ad ogni colpo ricevuto il petto sbatteva contro gli schienali, le mani stingevano le cinture e il mio sedere diventava sempre più caldo, sempre più dolente di piacere, sempre più voglioso. Ha continuato la seduta fino a stancarsi, a quel punto, a detta sua, avevo la pelle come ricoperta da succhiotti.

Ora invece, seduta alla scrivania dello studio, lo vedo indaffarato tra pratiche e documenti da compilare. Chi avrebbe mai detto che il mio segretario potesse essere cosi, piacevolmente, sorprendente come Master.

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