Racconto di: GioiaStella A.

Tipo racconto: Fantasia


Il fruscio della pioggia sferzava le finestre mentre il ticchettio dell’orologio sembrava scandire l’attesa. Giulia fissava il suo telefono, controllando l’ora continuamente.
Era il loro anniversario e Giorgio, il suo compagno, avrebbe dovuto essere a casa da tempo. Aveva preparato per loro una serata davvero speciale. Candele profumate, che ormai stavano per consumarsi, fiori freschi, un bagno caldo da fare insieme con musica di sottofondo rilassante, luci soffuse ed un ottima cenetta ormai fredda, asciutta e sfatta dentro il forno.
Era preoccupata, Giorgio non rispondeva al cellulare, da lavoro era uscito e nessuno sapeva dove fosse.
“Finalmente!” esclamò con un sospiro di sollievo quando la porta si aprì.
Ma il sorriso che si stava formando sul suo viso svanì immediatamente quando vide Giorgio entrare, indossando ancora il completo del calcetto, con il fango sulle scarpe, sudato e il volto trafelato.
Giorgio, dove diavolo sei stato?!” sbottò Giulia, con gli occhi scintillanti di rabbia e delusione.
Mi dispiace tanto, amore,” rispose Giorgio con un’espressione di rimorso. “La partita si è prolungata più del solito, il tempo è volato e… mi è sfuggito di mente che fosse il nostro anniversario.
Non puoi essere serio! Non mi avevi nemmeno detto di avere la partita oggi!” replicò Giulia, le lacrime iniziando ad affiorare nei suoi occhi. “Aspettavo questo giorno da settimane, Giorgio! E tu… tu te ne sei completamente dimenticato! Ed io come una stupida, qui ad aspettarti, a farmi in 4 perchè tutto fosse perfetto! Che stupida!

La tensione si riversò nella stanza come un fulmine. Le parole di accusa volavano da una parte all’altra, incendiando l’aria tra loro. Il passare del tempo e l’attenzione trascurata erano diventati una barriera insormontabile.
Giulia e Giorgio si amavano profondamente, ma evidente non riuscivano più a comunicare nel modo giusto ed anche la passione tra loro sembrava essere spenta e triste, come il loro umore in quel momento.
Giulia era una ragazza bellissima. Grandi occhi azzurri, su un volto che sembrava di ceramica. Naso all’insù e orecchie leggermente a sventola delle quali però lei non si vergognava, anzi, proprio per questo portava, per i suoi capelli neri, un taglio cortissimo, quasi a maschietto.
Aveva un fisico asciutto, con dei lineamenti fini e delicati. La pelle chiara e morbida, sempre profumata. Quella sera aveva scelto un abbigliamento un pò più sexy, che non amava particolarmente, per il suo Giorgio. Ma voleva stupirlo, così: calze auotoreggenti nere velate, scarpe con tacco dodici, ed un abitino di shiffon nero che le cadeva perfettamente sui fianchi e che le arrivava fin sotto il ginocchio, di classe anche se sexy. Adorava, anche in questa occsione speciale, essere semplice.
Di contro Giorgio era in condizioni pietose quella sera, ma di solito era un ragazzo che si faceva notare. Folti capelli ricci portati sempre con un codino, profondi occhi verdi, labbra carnose ed un fisico da palestrato che di palestra però non ne ha mai vista. La sua palestra era il calcetto, ed ognittanto una corsetta mattutina intorno all’isolato solo per placare il senso di colpa dopo avere strafatto con il cibo. Il suo corpo però era statuario, spalle larghe, pettorali ed addominali scolpiti quanto basta, e fianchi da urlo, con quella fossetta che incornicia il ventre e l’inguine che tanto fa impazzire le donne.

Quella sera Giorgio era davvero in difficoltà.
Non volevo deluderti, Giulia. Sono stato stupido, lo ammetto. Ma sappi che non intendevo mancarti di rispetto.” Giorgio si avvicinò con un’espressione pentita, ma Giulia si allontanò, le braccia conserte e il viso rigido.
Le tue scuse non cambiano nulla. Hai rovinato tutto!” esclamò lei con voce tremante.
La serata che doveva essere piena di risate, amore, ricordi, e forse finalmente la scusa per ritrovare quella intimità perduta, si era trasformata in un campo di battaglia emotiva. I due erano soliti essere una squadra, ma ora sembravano giocare uno contro l’altro.
La pioggia all’esterno batteva sui vetri come un eco della tempesta che infurava dentro di loro. Nel silenzio che seguì, entrambi si resero conto di quanto lontani fossero finiti.
Giulia, non so cosa dire per rimediare a questo errore. Ma so che ti amo, e l’anniversario non è l’unico giorno in cui ti dimostro il mio amore.” Giorgio tentò un ultimo appello, con gli occhi colmi di speranza.
Giulia rimase in silenzio, le emozioni in tumulto nel suo petto. Poi, con voce soffocata dall’emozione, disse: “Ti amo anch’io, ma sono stanca di tutto questo. Di sentirmi trascusrata e trasparente per te.
Cosa posso fare per farmi perdonare? Farei qualsiasi cosa per te!

Giorgio aveva un carattere ironico, scherzava sempre e sdrammatizzava e con questo suo modo di fare era sempre riuscito a far sorridere Giulia ed a farle dimenticare qualsiasi cosa la rendesse triste, ansiosa o arrabbiata.
Amore, ti prego! Che devo fare? …Facciamo che per farmi perdonare…. sbatto tutti i tappeti della casa domani stesso!” Tentò di farla ridere. Giulia a questa assurda idea, ed all’immagine di Giorgio con grambiule e battipanni in mano, accennò un sorriso, ma rimase a braccia conserte voltata dall’altra parte.
Allora facciamo che… per una settimana ti massaggio i piedi ogni sera dopo il lavoro!
Nessuna reazione “Faccio io il cambio di stagione per i prossimi 3 anni!!!” Niente, “Va bene, allora ti do il permesso di sculacciarmi!
Un frase buttata lì, sempre nel tentativo di provocare una risata e smorzare quella tensione, ma nel momento stesso in cui quelle parole uscirono dalla sua bocca si rese conto di aver detto qualcosa di cui probabilmente si sarebbe pentito.
Giulia si girò di scatto. Le sua braccia da conserte passarono sui fianchi, guardò Giorgio intensamente. Sentì come una spinta verso di lui che in quel momento sembrò inerme.
Si ricordò di un articolo che aveva letto pochi giorni prima su una di quelle banali riviste di gossip. Quelle che trovi in sala d’attesa o sui tavolini delle parruccherie. Aveva letto che la dominazione sessuale della donna sull’uomo poteva essereun ottimo metodo per risvegliare le passioni e il fuoco sopiti negli anni. SI’, CI PROVO! LO FACCIO! ORA O MAI PIU’! Pensò.

Gli si avvicinò lo prese dalla collottola della sua sudata maglietta da calcetto e lo spinse sulla spalliera del divano alle sue spalle.
Tremava, si sentiva insicura in quel ruolo da dominatrice che stava cercando di interpretare, ma aveva deciso di “punire” lui e di sfruttare quell’occasione per tentare di riportare un pò di pepe in quella che sembrava una relazione ormai noiosa. Voleva dimostrare a Giorgio di che pasta fosse fatta.
Giorgio in piedi contro il divano non sapeva se essere più eccitato o spaventato all’idea di ciò che stava per succedere. Non aveva mai visto Giulia così. Quello sguardo. Quel linguaggio del corpo. Giulia, con movimento lento e sguardo ben fisso dentro gli occhi di Giorgio, gli si avvicinò.
Gli diede una bacio intenso, ma molto differente da quelli che erano soliti scambiarsi, anche nei momenti più intimi. Lui non riuscì a ricambiare quel bacio così intenso, rimase quasi vittima di quella passione in quel momento, icredulo che la donna che stava risvegliando in lui tanta eccitazione ed in un momento tanto inaspettato, fosse la stessa che sempre ha avuto accanto e che dava per scontata.
Continuando a baciarlo, stringerlo e palparlo in tutta la sua durezza, lo spinse contro il tavolo ancora apparecchiato per la cena che a quel punto davvero sarebbe stata più che ritardata.
Giorgio arrivato al tavolo, portando le braccia indietro per cercare un appoggio, era pronto a ricevere la sua punizione che in realtà sarebbe stata una benedizione. Giulia sempre più evidentemente eccitata gli sfilo la maglia sudata. Amava quell’odore pieno di ormoni che emanava il suo fidanzato dopo una partita di calcetto, o dopo una bella scopata. Lo odorò tutto, passando il suo viso in ogni angolo di quel petto villoso, sotto le ascelle, sulla pancia. Gli lecco e morse un capezzolo. Giorgiò sussultò.
Forse entrambi stavano ricordando cosa erano stati, e come erano stati i primi tempi della loro relazione. Quando ogni momento era quello giusto per infilare una mano sotto una camicetta o dentro un pantalone. Per assaporarsi anche nei momenti apparentemente meno opportuni.
Scendendo in ginocchio, con la lingua, Giulia abbassò i pantaloncini ed i boxer. Lo fece impazzire senza mai arrivare a mettersi quel bellissimo e grosso pene in bocca.
Lo accarezzava, mordicchiava, lo desiderava ma non lo prendeva. Forse anche lei non si era mai resa conto di quanto avesse desiderato giocare così con lui, e di quanto potente possa sentirsi una donna tenendo un uomo letteralmente per le palle.
Giorgio ansimava, l’istinto era quello di prenderla e sbattere lei su quel tavolo, ma ad ogni accenno di iniziativa che prendeva Giorgio, lei rispondeva con uno schiaffo, o con una stretta, o con un morso.
L’eccitazione saliva. Giulia si sentiva sempre più umida e bagnata. Sempre più vogliosa di mettere in pratica quello che aveva immaginato, quello che aveva letto.
Scatto in piedi, prese Giorgio per i capelli e lo sbattè con la faccia sul tavolo. Chinata su di lui, prese tutto il suo coraggio e gli sussurò con voce calda “Apri le gambe…
Giorgio si sentì morire. Chi era quella donna? Dove era stata nascosta fino a quel momento?
INIZIA IL GIOCO
Dimmi Giorgio, sei stato un bambino cattivo?” con tono da maestrina.
SI!” con voce ancora incredula e preoccupata.
Meriti una punizione?!
SI!
Giorgio tentò di sollevarsi, e di nuovo Giulia lo sbattè sul tavolo.
Non ti muovere! Non parlare! Stai zitto e fermo!!!
Così dicendo, girando intorno al tavolo ed osservando Giorgio in quelle condizioni, osservando il suo terrore e la sua eccitazione, si versò un bicchiere di vino rosso e ne bevve un sorso.
Compiaciuta! Poi presa la brocca d’acqua, se ne versò un pò sulle mani.
Giorgio osservo la scena con preoccupazione e chiese “Che hai intenzione di fare?!
Giulia non era più lei, sembrava non rispondere più di se, come posseduta.
Ti avevo detto… di non…PARLARE!” E gli diede la sua prima sculacciata.
Giorgio sgranò gli occhi e emise un leggero lamento.
Giulia sentiva di non avere fatto abbastanza, le piaccue quella sensazione di calore sulla mano.
A mano bagnata sembrava essere anche particolarmente più piacevole ed il rumore era anche più forte.
Sei stato cattivo, lo sai?…” Sculacciata.
Ti sei comportato molto male…” Sculacciata.
Hai dimenticato il nostro anniversario!” Doppia sculacciata.
Giorgio sembrava non trattenersi più ed imbarazzato da ciò che stava accadendo si rese conto che quella posizione, le mani di Giulia che schioccavano sul suo sedere, lo stavano portando ad un livello di eccitazione forse mai provato.
Era capitato di sculacciarlo, ma non forte, non così, e solo in un paio di occasioni, forse aiutati da un bicchiere in più.
Giulia continuava a parlargli, con quel tono da matrona, da donna risoluta e questo lo faceva impazzire ancora di più. Al termine di ogni frase schiocava una sculacciata.
Il suo sedere bruciava, come la mano di Giulia. Lei guardava fiera e sicura di se il risultato dei suoi sforzi. Il sedere di Giorgio diventava sempre più rosso. E le sculacciate diventavano sempre più forti ed ad intervalli sempre più brevi. I loro gemiti li portavano sempre più vicini all’orgasmo, ed appena prima di quella che sembrava sarebbe stato il colpo di grazia, Giorgio non resistette più. Si girò di scatto. Giulia con il braccio alzato si impietrì. Giorgio l’afferrò e la sbatte con tutta la sua forza sul tappeto a terra. La baciò con una passione che entrambi avevano dimenticato.
Giorgio, le alzò il vestito, ed infilò la mano dentro i suoi slip.
Fecero l’amore, anzi si assaporarono per tutta la notte.
La cena fu buttata, e da allora ritrovarono la passione e la spinta necessaria per ravvivare il loro rapporto.
“Devo dimenticarmi più spesso qualsiasi cosa!”

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