Racconto di: Spankingitaly
Tipo racconto: Inventato
Le mani di Lucas Giles stringevano nervosamente la cartella contenente il suo curriculum, le sue lauree ed i suoi master.
Lucas era un uomo giovane, molto affascinante. Occhi castani e profondi, capelli sale e pepe. Spalle larghe e sorriso smagliante, ma nonostante questo, molto poco sicuro di sè.
Aveva passato la vita sui libri e vissuto, sino a quel momento una vita quasi banale, soprattutto a contatto con l’altro sesso.
Attendeva nervosamente di essere ricevuto dal direttore delle risorse umane dell’azienda in cui da sempre sognava di lavorare e nella sala d’attesa dell’azienda, quella mattina, l’aria era carica di aspettative e tensione.
Ad un tratto, una donna cominciò ad attraversare, con passo sicuro e andamento da modella, il lungo corridoio difronte a lui.
I tacchi alti di vernice nera, bellissime scarpe per le quali qualsiasi donna avrebbe fatto follie, e probabilmente dentro le quali qualsiasi altra donna sarebbe morta. Ma non lei. Lei sembrava esserci nata con quelle scarpe. Gonna a tailleur aderente, nera, con quello speciale spacco dietro che lascia intravedere il retro delle ginocchia. Fianchi stretti ed un sedere da urlo sul quale potevi poggiare in equilibrio una tazzina di caffè con tanto di piattino e cucchiaino.
Camicia bianca in un tessuto leggero che le cadeva perfettamente su quel seno prorompete, un piccolo ciondolo a forma di cuore con un brillantino in centro che le abbracciava un collo lungo e meraviglioso, sul quale mettere le mani e la bocca.
I suoi occhi, di un verde intenso, incorniciati da un bellissimo paio di occhiali con montatura nera ed elegante, incontrano quelli di Lucas, scambiando un breve ma intenso sguardo.
“Signor Giles? Piacere di incontrarLa finalmente…” e quelle parole, uscite da quella bocca così perfetta, misero quasi a disagio il povero Lucas, che rimase quasi inebetito e senza parole.
Si limitò solo a scattare in piedi, rispondendo con un timido “Sì!” “Sono Emily Summers, la responsabile delle risorse umane dell’azienda.” disse lei offrendogli la mano.
La stretta di mano fù decisa ma delicata, e Lucas rimase colpito dalla sua bellezza e dalla sua aura di professionalità, ma anche dal quel suo sex appeal al quale difficilmente un uomo avrebbe potuto resistere.
Entrarono nella stanza di Emily, arredata in modo minimalista ma con gusto. Una scrivania in vetro molto ordinata. Tutto coordinato. Tende, quadri e specchi. Emily si sedette al suo posto ed accavallò le gambe, molto lentamente, fissando Lucas negli occhi.
Nel corso del colloquio, l’atmosfera passò da formale a rilassata mentre si discuteva delle qualifiche di Lucas e delle esigenze dell’azienda.
Emily esaminò il curriculum di Lucas con attenzione mostrando reale interesse per le sue esperienze lavorative, ponendo domande pertinenti ma sempre con quel tocco di malizia che evidentemente la distingueva e che metteva in imbarazzo l’uomo. Tra uno scambio di informazioni e l’altro, un doppio senso ed una battuta, Lucas non potè fare a meno di notare la bellezza di Emily: i suoi occhi vivaci che si illuminavano mentre parlava dei progetti aziendali, i suoi lineamenti eleganti e un sorriso contagioso, e quei suoi movimenti lenti ma precisi che facevano di lei il sogno erotico di ogni uomo.
Il colloquio procedeva in modo fluido, finché non vennero interrotti da un improvviso scoppio di risate provenienti dalla stanza accanto.
Emily si scusò con un sorriso, come a voler giustificare con naturalezza quel comportamento dei colleghi, senza pensarci due volte Lucas disse: “Sembra che l’atmosfera qui sia piuttosto amichevole.”
Emily si alzò, e guardandolo dritto negli occhi mentre gli arrivava alla spalle rispose “Sì, lo è! Cerchiamo di mantenere un ambiente di lavoro positivo e collaborativo…direi divertente e leggero” esitando sulla parola leggero e mordendosi per un attimo il labbro inferiore, Lucas senti nuovamente quella strana sensazione, di tremore alla gambe misto allo scorrere del sangue bollente in tutto il corpo.
Emily ormai alle sue spalle si diresse alla porta e la chiuse a chiave.
Si girò verso di lui, rimasto ormai impietrito, ed in preda ad una inspiegabile erezione, sulla sedia.
Continuando a fissarlo dritto negli occhi, tolse gli occhiali poggiandoli sulla scrivania, cominciò a sbottonare i pochi bottoncini perlati della sua camicetta, e si sedette in braccio a Lucas.
“Dimmi, Signor Giles, cosa vorresti che questa azienda facesse per te?”
Lucas non seppe rispondere, vergognato da ciò che gli stava succedendo sotto la cintura.
“Lo capisco, sei imbarazzato, ma sai, ho una certa esperienza e so riconoscere gli uomini come te, frustrati, tristi, timidi e impacciati. Ma ti aiuterò io. Fidati di me!” disse Emiliy mettendo la sua mano morbida e ben curata sul pacco di Lucas.
Glielo strinse tanto forte che Lucas buttò indietro la testa come fosse già in preda ad un forte orgasmo.
“ Sai, il tuo lavoro qui dipende da questo! E da quello che “sento” andremo molto d’accordo, ma ho bisogno di vedere fino a che punto sei disposto a contribuire all’ambiente positivo e collaborativo in cui lavoriamo qui.”
Lucas con la voce rotta dall’eccitazione, dalla paura ed anche dall’incredulità rispose “ Cosa devo fare?”
“Sei sicuro di volerlo sapere e di poterlo fare?” chiese ancora Emily stringendo sempre più forte il membro sempre più duro di Lucas. Egli sussurrò semplicemente di “sì!” fissandola intensamente negli occhi.
Emily a quel punto si alzò, e in piedi davanti a lui tolse la camicetta rimanendo in un bellissimo ed elegante reggiseno di pizzo color avorio, abbassò la zip della gonna e la lasciò cadere.
La visione agli occhi di Lucas sembrò quella di una dea. Un corpo statuario e perfetto. Poteva sentirne il profumo anche a distanza… poteva sentirne l’eccitazione e il calore anche senza toccarla, ne sentiva già il sapore in bocca.
Emily si girò,mostrando il suo sedere prosperoso e perfetto che appariva di velluto, proprio come una bella e succosa pesca.
L’energia tra loro era palpabile, un’attrazione reciproca che andava al di là di quella che sarebbe stata una semplice sveltina, su una scrivania, in ufficio, tra sconosciuti.
Emily si piegò davanti a lui, mettendosi a90 gradi, sbattendogli quasi quella meravigliosa pesca in faccia, si affaccio e con sguardo malizioso, voce suadente ed il viso avvolto da quei suoi meravigliosi capelli mossi e scuri chiese
“Ti piace quello che vedi?” Lucas rispose, sempre più eccitato, mentre il suo membro sembrava stesse per scoppiare dentro i pantaloni del suo bel completo blu “Sì, mi fa impazzire!”
“Lo vuoi?”
“Sì. Tutto, ti prego!” incalzò Lucas.
Emily con scatto felino lo afferrò dalla cravatta facendolo restare seduto e quasi baciandolo gli disse dentro la bocca “Allora… sculacciami porco!”
Lucas era nuovo a quel tipo di cose, non gli era mai capitato di avere a che fare con una donna tanto sicura di se stessa e di ciò che le piacesse.
A quel punto Emily era già piegata sulla scrivania, davanti a lui, a gambe divaricate pronta a ricevere quelle meravigliose manate.
“Non avere paura, vedrai ti piacerà!”
Dopo qualche secondo di incertezza Lucas le diede un leggero schiaffo sul sedere.
Lei si mise a ridere, ma dolcemente, capendo forse l’iniziale imbarazzo dell’uomo.
“No tesoro, non voglio le tue carezze! Voglio i segni delle tue mani sul mio culo per giorni!”
Lucas non potè credere alla sue orecchie. Faceva sul serio! A quel punto sferrò un colpo ancora più forte e senti Emily gemere di piacere. “Bravo! Impari in fretta! Ora più forte!” gridò Emily, ed ad ogni gemito di piacere di Emily per ogni sferzata Lucas si sentiva sempre più forte e sicuro di sé, e soprattutto sentiva sempre più vicina la sua esplosione.
I colpi furono tanti. Sempre più forti, sempre più duri, sempre più ben piazzati su quel culo di pesca che sembrava diventare sempre più perfetto nonostante il colore livido. Lucas sentiva il fuoco sulla mano destra con la quale fino a quel momento aveva regalato quel piacere ad Emily.
Ancora sculacciate, ancora più forti, fino a quell’estremo piacere che Emiliy voleva e che ottenne lasciandosi finalmente andare tra grida di piacere e umori che le scorrevano tra le gambe.
Lucas non si rese conto che in quell’esatto momento anche lui raggiunse l’orgasmo riempiendo i suoi boxer di sperma.
Una sensazione davvero strana. Tutto avrebbe immaginato tranne di poter vivere un’esperienza di quel genere.
Aveva scopato con quella donna senza nemmeno penetrarla, ed aveva goduto come poche volte nella vita.
Imbarazzato Lucas tornò a sedersi sulla sedia, stremato ed incredulo per ciò che era appena accaduto, mentre Emily, lentamente si ricompose, dopo aver sospirato diverse volte per riprendere fiato.
Alzò la gonna, indosso nuovamente la camicetta, si guardò riflessa allo specchio, sistemò i capelli e tornò al suo posto alla scrivania. Come se niente fosse. Lucas sembrava sconvolto ma felice, lei lo guardò, indossò nuovamente i suoi occhiali dalla montatura nera ed elegante e gli sorrise. Guardando lo schermo del pc e digitando qualcosa sulla tastiera, disse con voce calma e affabile: “Bene Signor Giles, benvenuto in azienda!”